Sette italiani, tra i 35 ed i 63 anni, dipendenti dell'hotel Principe di Savoia, sono stati denunciati dagli agenti della polizia del commissariato Garibaldi-Venezia per furto in concorso continuato.
I lavoratori infedeli avrebbero in più occasioni rubato nello stesso albergo per cui lavoravano. Le indagini sono iniziate ai primi di ottobre, quando la direzione dell'hotel ha segnalato alla polizia alcune strane sparizioni.
Il 5 ottobre gli agenti hanno fermato per strada il direttore del room service dell'hotel, di 63 anni, che lavorava al "Principe" da 30anni. Nel suo zaino, sono stati trovati funghi porcini e pomodori secchi, che l'uomo ha raccontato di aver acquistato al supermercato. La perquisizione del suo appartamento a Lomazzo, in provincia di Como, ha però tolto ogni dubbio, perche’ sono stati trovati caviale, vino, champagne e argenteria "Principe di Savoia" per un valore di oltre ventimila euro.
Dopo una settimana i poliziotti hanno poi fermato un ex dipendente dell'hotel che è stato trovato in possesso di posate e vassoi in argento dello stesso albergo. A quel punto gli agenti hanno fatto scattare le perquisizioni nelle case di tutti gli accusati, dove sono state trovate trenta bottiglie di vino pregiato dal valore di diverse migliaia di euro.
La banda, come è stato accertato, eseguiva anche furti su commissione. I sette, che lavoravano tutti nel settore ristorazione, erano a conoscenza degli ordini in arrivo nelle cucine dell'hotel e si accordavano attraverso WhatsApp prima di entrare in azione. Proprio questo ha aiutato gli agenti a capire le loro azioni.
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