Al punto 3 dell'accordo quadro di programma per un governo di centrodestra leggiamo: "Attuare il percorso già avviato per il riconoscimento delle Autonomie ai sensi dell'art. 116, comma 3 della Costituizione, garantendo tutti i meccanismi di perequazione previsti dall'art 119 della Costituzione."
"La montagna ha partorito il topolino - rileva il lodigiano Fulvio Curioni, di Democrazia e Sussidiarietà - dopo due referendum plebiscitari avanzati da ben nove regioni, rafforzati da circa sei milioni di voti a favore nei referendum del 22 ottobre 2017 in Lombardia e Veneto e cinque anni di legislatura senza risultati. Un modo superficiale di inserire tale promessa cosi' formulata nel programma elettorale di governo del centrodestra".
"Tre preaccordi - ricorda Curioni - vennero siglati nel 2018 tra il governo Gentiloni e i governatori Maroni (Lombardia), Zaia (Veneto) e Bonaccini (Emilia Romagna) mai attuati.
Tali preaccordi con l'auspicio di ampliarne l'estensione a tutti i poteri legislativi alle Regioni, come previsto dall'Art. 117 della Costituzione, prevedono, come sappiamo dalla lettura del comma 3 dell'art.116 della Costituzione il concetto di regionalismo differenziato, la possibilità di trasferire maggiori competenze alle Regioni. Richiamare nel programma elettorale un articolo costituzionale senza specificarne le modalità di attuazione è superficiale. Quel percorso già avviato citato in modo sibillino nella frase promissoria elettorale si riferisce al preaccordo sottoscritto nel 2018 tra Governo e Regioni o bensi' alla legge quadro Gelmini abbozzata negli ultimi mesi di Governo Draghi, capace di ammazzare l'autonomia ?
Questo l'inganno attuato ad oggi, una legge quadro nazionale in grado di distorcere le richieste di autonomia referendarie assegnando comunque alle altre regioni (leggi Mezzogiorno) ulteriori risorse, un 'pizzo di Stato' in piena regola, quella del mal comune mezzo gaudio.
Infine - conclude Curioni - si legge nella promessa elettorale "garantendo tutti i meccanismi di perequazione previsti dall'art 119 della Costituzione". Ma l'autonomia resta uno strumento per rendere efficienti i servizi regionali ai cittadini contribuenti trattenendo i quattrini nel territorio regionale e non convogliandoli al carrozzone statale, la perequazione invece permetterebbe ancora, nella logica perversa del nostro grande debito pubblico, ancora più risorse a Regioni che mantengono i servizi in capo allo Stato .
Assurdo conciliare autonomia e perequazione, come assurdo promettere lampade per lanterne".
Fulvio Curioni
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