Le oasi protette affidate in gestione ai cacciatori. Gli anellini posti sulle zampe degli uccellini usati come richiami vivi per la caccia controllati solo da un veterinario, escludendo qualsiasi ‘divisa’. Uccellini, feriti dai pallini dei cacciatori, curati e riutilizzati come richiami vivi: “Gli emendamenti alla legge ordinamentale presentati dalla destra e a firma Carlo Bravo e Floriano Massardi, già noti per posizioni sull’attività venatoria per nulla condivisibili, fanno rabbrividire. Ci auguriamo che in Aula anche la maggioranza concordi con noi che siamo oltre il limite della decenza”, lo dice Roberta Vallacchi, dopo la seduta dell’VIII Commissione Agricoltura, a cui ha partecipato, dove si discuteva, appunto, la ‘Prima legge di revisione normativa ordinamentale 2024’ del consiglio regionale lombardo.
“Le due proposte a firma Bravo, esponente di Fdi, chiedono, la prima che la gestione delle oasi di protezione possa essere affidata dalla Regione ad associazioni di protezione ambientale con provata esperienza nella gestione di aree protette, come già diceva la norma, ma anche ad associazioni venatorie o ai comitati di gestione di ambiti territoriali o comprensori alpini di caccia, come previsto dall’emendamento. Ora, che delle oasi protette vengano gestite dagli stessi per limitare i quali sono state create, ci sembra quanto meno singolare. Ma poi andiamo oltre: nel secondo emendamento, lo stesso Bravo – che, ricordiamo, è stato denunciato lo scorso novembre dai carabinieri Forestali per contraffazione degli anelli dei suoi richiami vivi usati per cacciare – ha proposto, e gli è stata approvata, la richiesta di affidare esclusivamente a un medico veterinario dell’Ats competente il maneggio del richiamo vivo per il controllo degli anellini. Insomma, con la scusa del benessere animale, taglia fuori dall’attività di vigilanza tutta una serie di figure in divisa oggi preposte a questo scopo, ovvero Corpo forestale, guardia parchi, agenti di polizia giudiziaria, persino guardie giurate comunali o guardie private. Troppo comodo”, lamenta la dem.
Infine, “la richiesta che ci ha fatto veramente inorridire, a firma del leghista Massardi, altro strenuo difensore di un modello di caccia spregiudicato e irrispettoso della tutela del territorio. Il suo emendamento recita testualmente: ‘il cacciatore è autorizzato ad usare come richiami vivi gli uccelli feriti nell’esercizio dell’attività venatoria, purché non accecati o mutilati, ai quali appone al tarso il contrassegno’. Cioè, come spiega nella relazione che accompagna questo vergognoso emendamento, gli uccellini feriti durante le battute di caccia possono essere recuperati, curati con attenzione e magari affetto, e ‘una volta sopraggiunta la completa guarigione’ possono essere utilizzati come richiami vivi! Ma attenzione: se sono rimasti gravemente feriti, quindi sono ciechi o hanno perso un’aluccia o una zampina, non si può fare. In fondo, hanno un cuore anche le destre cacciatrici…”, ironizza sbigottita Vallacchi.
“Ci auguriamo veramente che queste follie non diventino realtà. Qui siamo oltre il buonsenso: l’attività venatoria è una cosa, che si sia d’accordo o meno, ma lasciare mano libera ai cacciatori nelle aree protette o sfruttare in questo modo indegno la nostra fauna, che andrebbe al contrario tutelata al massimo, ci pare veramente troppo anche per la destra”, conclude la consigliera Pd.
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