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CORTE DEI CONTI: DUBBI SULLA CHIUSURA DI SOGIR

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Mercoledì 06 Marzo 2019

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"La recente delibera della Corte dei Conti sul Comune di Paullo ha messo nero su bianco dubbi e perplessità sulla scelta di affossare il progetto Sogir che il Pd ed il centrosinistra avevano già sollevato, purtroppo senza trovare ascolto né disponibilità al confronto da parte del centrodestra, a partire dalla nuova amministrazione comunale di Lodi, che con il peso schiacciante delle quote detenute nella società (sia direttamente che tramite la partecipata Astem) ha dettato la linea che ha portato l’assemblea a decidere la cessazione e la messa in liquidazione".

Lo scrive in una nota la segreteria provinciale del Partito Democratico. 

Nel testo si rileva "la differenza rispetto ai nostri ragionevoli richiami contro l’inopportunità di vanificare il lungo e impegnativo percorso di preparazione di un progetto di importanza strategica per il territorio è che ora la sezione di controllo della Corte dei Conti ipotizza un danno erariale e chiede alla Procura di valutare l’apertura di un procedimento, chiamando in causa tutti i Comuni coinvolti, che dovranno rispondere delle loro decisioni.

Stando alle poche informazioni disponibili, la prima stima dello stato di liquidazione (che risale a luglio scorso) ha definito un passivo di circa 670.000 euro, a cui si farebbe fronte “bruciando” interamente il capitale sociale, che ammonta a 645.000 euro e che sino a pochi mesi fa risultava effettivamente versato per una quota di circa 390.000 euro, di cui 240.000 euro di competenza di Astem. Risorse che verranno sprecate senza nessuna utilità né ritorno, mentre l’unica scelta sensata, quella di portare finalmente Sogir all’operatività, avrebbe consentito di realizzare ricavi costanti e di ritagliare margini sufficienti a estinguere in un congruo numero di anni l’esposizione finanziaria maturata nella fase di avviamento".

"Dal punto di vista organizzativo - sottolinea il Pd -, le conseguenze negative della chiusura di Sogir si sono già concretamente manifestate, con l’eccessivo frazionamento delle gestioni sul territorio, l’impossibilità di realizzare economie di scala, le difficoltà dei Comuni a chiudere le gare per l’affidamento del servizio, gli sforzi finanziari affrontati da alcune amministrazioni per acquisire le quote di ingresso in altre realtà di tipo consortile non dissimili da Sogir ma con “cabine di regia” collocate fuori dal Lodigiano.

Sogir avrebbe inoltre consentito di attuare nel Lodigiano un ciclo virtuoso di recupero e riciclo dei rifiuti, secondo un modello di "economia circolare", favorendo l’elaborazione di una linea politica condivisa a livello territoriale su un tema così importante, senza poi trascurare l’impulso che ciò avrebbe potuto fornire alla nascita di imprese specializzate, con creazione di posti di lavoro nel settore della sostenibilità ambientale".

"Ora - conclude la nota - la prospettiva è addirittura quella (certamente ancora da verificare, ma plausibile) di un danno erariale, con relative sanzioni. Chi ha voluto questa situazione deve quindi assumersene la responsabilità, prima di tutto spiegando in modo trasparente e dettagliato come intende affrontare il problema".

 

 

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