"Il Commissario cittadino della Lega (Alessandro Canevari da Maleo) finge di non aver compreso il problema del parco di via Fascetti a Lodi, per glissare sull’errore grossolano commesso dalla Giunta.
Il tema non è l'aggiornamento degli orari di apertura indicati sui cartelli, bensì il mancato rispetto delle regole.
L'orario di apertura del parco nel periodo da ottobre a marzo era infatti fissato dalle 08.00 alle 18.00, con conseguente chiusura dalle 18.00 alle 08.00.
La nuova strabiliante ordinanza del Sindaco Casanova, presentata come una brillante e tempestiva risposta al problema delle incontrollate frequentazioni serali, modifica l'orario di apertura dalle 08.30 alle 19.00.
Il risultato concreto è quindi l’estensione di un'ora dell’apertura nella fascia "critica" del tardo pomeriggio, in un luogo che ha già evidenziato problemi, peraltro cavalcati con enfasi dalla Lega, che ha bollato senza mezzi termini il parco come teatro di spaccio e risse.
La vera domanda a cui la Giunta e la Lega dovrebbero rispondere è quindi: perché il parco sino ad ora non veniva chiuso regolarmente, come da orari stabiliti?
Siamo al paradosso che ad evocare con toni sempre più accesi il problema sicurezza del parco di via Fascetti sono gli stessi che hanno contribuito ad aggravarlo, trascurando basilari funzioni di ordinaria amministrazione.
Non è azzardato ritenere che sia stata proprio la constatazione di questa incuria, frutto di incapacità e di inerzia, ad indurre la Prefettura ad intervenire, chiedendo al Sindaco di adottare un provvedimento incisivo come l’ordinanza per far rispettare gli orari di apertura.
Di fronte a questa evidenza, la Lega cerca invece di nascondere dietro l'intervento prefettizio le lacune ed i ritardi dell'azione della Giunta, senza neppure riuscire a capire che il "giro di vite" non è stato chiesto per problemi di ordine pubblico, ma per evitare assembramenti in chiave prevenzione Covid, come emerge chiaramente dall'ordinanza stessa.
Come al solito, sul tema della sicurezza siamo alla propaganda pura da parte dei leghisti.
Le rivendicazioni delle iniziative in materia di videosorveglianza, controlli sui comportamenti scorretti alla guida e vigilanza estiva nei parchi lasciano il tempo che trovano: sono tutte attività ordinarie (sono 15 anni che si installano telecamere in città, senza bisogno di alcun clamore), che non bastano a nascondere la clamorosa distanza tra i proclami leghisti sulla sicurezza e la realtà quotidiana di tante situazioni trascurate e ignorate, a dispetto di "squadre anti degrado", "falchi", "blitz" contro i venditori abusivi di calzini o per rimuovere i bivacchi tollerati per anni sotto le finestre del Broletto in corso Umberto (e che periodicamente ritornano ancora oggi).
La verità è che la Lega ha sempre strumentalizzato il tema della sicurezza, immancabilmente assimilandolo tout court alla questione immigrazione, promettendo grandi cambiamenti di cui poi non si è neppure intravista l'ombra.
Periodicamente, a favore di fotografi, si annuncia un “giro di vite” o si effettuano sopralluoghi senza nessun effetto (basti pensare ai disagi lamentati per gli schiamazzi serali in piazza Albarola).
E ciò avviene puntualmente quando l’opposizione ricorda al centrodestra le tante promesse fatte e cadute nel vuoto. La Lega si sente colpita “nel vivo” e risponde con l’ennesima azione dimostrativa priva di contenuto concreto, stavolta tradottasi, addirittura e goffamente, nell’estensione dell’orario di apertura di un parco a cui a parole si diceva di voler limitare l'accesso tardo pomeridiano. Un capolavoro, ma al contrario".
Simone Piacentini, Pd
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