Sulla vicenda dell'ormai ex Clam di piazzale Forni a Lodi ecco, oggi, le precisazioni dell'ex assessore Simone Piacentini del Pd, in risposta al consigliere comunale Eleonora Ferri della Lega.
"Ogni volta che si parla della vicenda Clam/Linificio, l’amministrazione comunale e la maggioranza di centrodestra evocano il “rispetto delle regole”.
Ennesima conferma è giunta dalle dichiarazioni della consigliera Ferri sul recente sgombero di bivacchi. Peccato che con questa (brutta) storia le regole per l’assegnazione degli spazi pubblici non c’entrino proprio nulla cosi come non c’e’ nesso tra il degrado tanto amato dai leghisti e la promozione culturale che in quei locali l’associazione CLAM promuoveva.
La Ferri ignora la storia e l’iter amministrativo che quegli spazi hanno avuto nel corso del tempo, ignora perche’ forse e’ utile farlo per sentenziare la piu’ semplice delle conclusioni o delle giustificazioni che servono a colmare l’ennesimo disastro e pasticcio che questa amministrazione e’ stata capace di compiere.
Va ricordato alla Consigliera Ferri che il CLAM non era un inquilino del Comune con cui serviva trovare l’accordo per il rinnovo dell’affitto, ma il CLAM era, purtroppo a questo punto della storia, il gestore di un servizio pubblico che si chiamava Centro di Partecipazione Giovanile. L’incarico era stato affidato a seguito di una selezione tramite bando (a proposito di rispetto delle regole) che forse la Consigliera leghista non ha avuto modo di consultare o leggere. Il punto della questione e’ diverso e chi non lo comprende forse non ha voglia di farlo. Il punto focale e’ che il Comune ha deciso di chiudere il Centro di Partecipazione Giovanile, non di mandare via il Clam dai locali di Piazzale Forni, il cui incarico era scaduto e senza nemmeno prevedere un nuovo bando o una nuova selezione. Questo anche alla luce di cio’ che successivamente si e’ deciso di far diventare quei locali ossia sale da affittare. La città quindi, per ottusita’ e poca visione culturale, è stata privata di un servizio che si era dimostrato utile e aggregativo, anche grazie alla efficace gestione del Clam, che aveva reso vivo questo spazio, promuovendo tante e interessanti opportunità di incontro per i giovani di Lodi. La nuova amministrazione comunale avrebbe potuto prorogare l’incarico al Clam, oppure emettere un nuovo bando, al quale il Clam (e magari anche altri soggetti) avrebbe potuto decidere di partecipare, valutando le condizioni di concessione. Invece la giunta Casanova ha scelto di chiudere il Centro e di metterlo a disposizione solo a pagamento, per chi fosse stato eventualmente intenzionato a utilizzarlo per singole iniziative, versando una tariffa.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: è stato cancellato quello che era un buon servizio, nessuno si è mai fatto avanti per prendere a nolo quelle sale anche solo per una serata e gli spazi che per anni sono stati un punto di riferimento per tanti giovani sono stati abbandonati al degrado e all’incuria, che sembrano ormai diventati la “regola” di questa giunta".
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