“La giunta regionale e la maggioranza di centrodestra che governa la Lombardia hanno poco di che vantarsi in materia di regolamentazione dell’uso dei fanghi in agricoltura. A condurre concretamente la battaglia per evitare abusi nel ricorso a questa pratica e per stabilire precisi limiti non solo ai quantitativi ma anche alle concentrazioni di sostanze inquinanti in rapporto alle superfici trattate non sono state le istituzioni regionali, che invece avevano sensibilmente aumentato tali limiti, ma i comitati di cittadini ed i Comuni, che sono giunti anche a promuovere impegnative e complesse azioni legali per tutelare il territorio e la salute pubblica”.
Lo dichiara Roberta Vallacchi, segretaria provinciale del Partito Democratico lodigiano, intervenendo nel dibattito suscitato dalla recente notizia delle indagini su un traffico illecito di fanghi tossici che hanno coinvolto anche il Lodigiano e riportato la questione all’attualità.
“La vittoria ottenuta tra 2018 e 2019 al Tar ed al Consiglio di Stato da 57 Comuni lodigiani e pavesi che avevano impugnato la delibera regionale con cui era stata aumentata in modo abnorme la concentrazione ammessa di idrocarburi nei fanghi utilizzabili in agricoltura - sottolinea Vallacchi - avrebbe dovuto segnare una svolta sia nel rapporto tra la Regione e gli enti locali sulla gestione di questione ambientali così delicate, favorendo un effettivo coinvolgimento nelle decisioni, sia nella programmazione di un consistente potenziamento delle attività di controllo, che invece non si è per nulla visto. E’ quindi fuori luogo che, sull’onda del clamore suscitato da un episodio di cronaca giudiziaria, giungano ora proprio da esponenti della maggioranza consigliare di centrodestra (come nel caso di Patrizia Baffi) i richiami ad una intensificazione di queste attività, che sono state trascurate prima di tutto per mancanza di iniziativa amministrativa e politica di chi governa la Lombardia”.
“Per favorire una rigorosa e puntuale azione di controllo - osserva Stefano Uggeri, delegato all’ambiente della segreteria provinciale Pd e già consigliere delegato con la stessa funzione nella giunta Vitale di Lodi Vecchio, che fu in prima fila nella battaglia contro la delibera regionale che autorizzava l’aumento delle concentrazioni di sostanze inquinanti nei fanghi ad uso agricolo - è indispensabile che vengano potenziati anche i livelli locali del sistema di monitoraggio, a partire da un consistente investimento sull’organico della Polizia Provinciale, a supporto dei Comuni. Bisogna inoltre affrontare il nodo regolamentare che caratterizza negativamente la Lombardia in questa materia: nella nostra Regione, infatti, il ventaglio delle tipologie di rifiuti, classificate tramite i vari codici Cer, di cui è consentito l’utilizzo come fanghi per l’agricoltura è estremamente ampio, molto più di quanto per esempio avviene in Veneto ed in Piemonte. Ciò comporta che in Lombardia vengano smaltiti come fanghi rifiuti, provenienti da altre Regioni (come nel caso di quelli delle concerie toscane), che altrimenti sarebbero destinati agli inceneritori”.
“Invece di autoincensarsi - afferma Matteo Piloni, consigliere regionale Pd - l’assessore all’agricoltura Fabio Rolfi si impegni a potenziare i controlli sui fanghi. Già nel giugno del 2019 la Regione, sulla scorta di una risoluzione proposta dal Pd, si era assunta l’impegno di praticare un taglio del 30% dei quantitativi consentiti e di rafforzare le attività di monitoraggio e verifica, rafforzando il personale di Arpa, che è la struttura competente. Cosa è stato fatto in questi due anni per onorare questi impegni? Bisogna potenziare i controlli per evitare casi come quelli accaduti nel Bresciano e nel Lodigiano, dove le segnalazioni di comitati e cittadini sono state sottovalutate dagli enti preposti che fanno capo a Regione Lombardia”.
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