"Ci sono voluti 4 mesi (da fine maggio a fine settembre) a Lodi perché la Provincia convocasse i Comuni coinvolti nella vicenda dello spargimento irregolare su terreni agricoli di fanghi da depurazione, per fornire qualche informazione su un tema che ha destato preoccupazione nelle comunità locali interessate e che avrebbe richiesto interventi tempestivi, per rassicurare i cittadini e prestare sostegno alle amministrazioni locali che avevano bisogno di capire come comportarsi in una situazione complessa.
Si tratta di un ritardo inaccettabile ed ingiustificabile, che conferma come a Palazzo San Cristoforo il problema sia stato a lungo trascurato e sottovalutato, anche perché la questione fanghi non si esaurisce qui ed è più che mai necessario mettere in campo misure e strumenti di intervento che consentano di prevenire situazioni analoghe che potrebbero verificarsi in futuro.
L’aggiornamento normativo regionale che ha esteso ai gessi di defecazione la disciplina applicata ai fanghi da depurazione ha sciolto un equivoco, ma da solo non basta a risolvere il problema, che richiede concrete iniziative in materia di controlli ed una revisione delle regole sulla classificazione dei materiali.
Tutto ciò è chiaro da tempo, ma la Regione continua a disattendere gli impegni presi ormai due anni fa per il potenziamento del personale di Arpa da adibire alle funzioni di monitoraggio e verifica, il taglio del 30% di quantitativi di spandimento consentiti e la revisione dei codici Cer che identificano i materiali utilizzati.
Se la Regione è rimasta immobile, la Provincia è rimasta in silenzio, venendo meno ad un suo preciso compito: svegliarsi dopo quattro mesi non serve a nulla".
Partito democratico
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