L’ordine del giorno sulle regolamentazione degli insediamenti logistici approvato all’unanimità martedì dal Consiglio Regionale su proposta di Matteo Piloni del Partito Democratico (anche sull’onda del recente “caso” di Borgo San Giovanni) apre una prospettiva per mettere fine al “far west” di un settore che in Lombardia è cresciuto senza limiti né programmazione.
Il provvedimento impegna la Regione a rivedere la normativa attuale sulle autorizzazioni ai nuovi insediamenti, introducendo criteri funzionali a contenere il consumo di suolo e ad inserire gli interventi di individuazione e realizzazione dei centri di logistica nella pianificazione territoriale. Secondo l’atto di indirizzo approvato dal Consiglio Regionale, le logistiche dovranno essere disciplinate in modo analogo a quanto già avviene per le grandi superfici commerciali, sulla base di una pianificazione regionale che privilegi il recupero delle aree dismesse e gli interventi che non richiedono la realizzazione di ulteriori infrastrutture stradali su territorio vergine, incentivando e privilegiando l'intermodalità ferro-gomma-acqua, quindi la prossimità a infrastrutture già esistenti. La programmazione, infine, deve diventare di ambito sovra-comunale.
"Le logistiche stanno invadendo il territorio lombardo grazie ad accordi con i singoli Comuni, spesso molto piccoli, mentre è indispensabile una programmazione di ambito sovra-comunale - dichiara il consigliere regionale Matteo Piloni - Serve una nuova normativa che punti sul recupero delle aree dismesse, in un'ottica di contenimento del consumo di suolo. Le logistiche sono un fenomeno in espansione, anche in ragione delle nuove modalità di consumo e di distribuzione, concentrate sull'on-line, e per questo vanno governate subito, per evitare di generare una situazione fuori controllo. Abbiamo compiuto un primo passo, ora occorre che si incardini subito una discussione per definire la nuova normativa ed in questo senso il Pd è pronto a portare il suo contributo di proposte".
“Il ritardo con cui la Regione affronta un tema che già da anni ha assunto dimensioni vistose e preoccupanti è frutto di una sottovalutazione che ha lasciato il problema sostanzialmente senza regole, perché neppure la legge sul consumo di suolo e la revisione del Piano Territoriale Regionale hanno saputo porre dei limiti precisi e indicare procedure efficaci – sottolinea Roberta Vallacchi, segretaria provinciale del Partito Democratico – Questa situazione si riflette anche a livello lodigiano, dove la programmazione territoriale è bloccata da 12 anni perché la revisione generale del Ptcp adottata a inizio 2009 dall’amministrazione uscente di centrosinistra con un accordo sul contenimento del consumo di suolo approvato all’unanimità dell’Assemblea dei Sindaci è rimasta in un cassetto durante l’intero mandato successivo a guida centrodestra. Il procedimento riavviato nel 2019 è ancora in corso ma i momenti di confronto sui contenuti del nuovo Piano sono stati sin qui pochi e poco approfonditi. Vale anche la pena di ricordare che quelli erano gli anni in cui erano state annunciate dalla Provincia nuove e stringenti linee guida per la “logistica buona”, quella che non avrebbe consumato territorio vergine e avrebbe portato occupazione locale, ma il recente caso di Borgo San Giovanni è la dimostrazione che quelle erano solo vuote promesse, perché la trasformazione dei territori agricoli sui quali ora sorge questa ennesima nuova logistica fu decisa nel 2010, senza nessun freno o tentativo di dissuasione da parte dell’amministrazione provinciale di allora”.
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