In merito al consiglio comunale in programma questa sera a Lodi, ecco le riflessioni di Valentina Tronconi della Segreteria del PD di Lodi.
"Da ormai qualche settimana, la nostra città è sotto i riflettori della stampa nazionale per via del Regolamento comunale che disciplina l’accesso ai servizi scolastici a domanda individuale (mensa, scuolabus, pre –post scuola e nido), approvato dal Consiglio Comunale il 4 ottobre 2017, creando una forte discriminazione tra famiglie italiane ed extra UE. Per effetto di questo provvedimento i cittadini stranieri, infatti, sono obbligati a reperire nei paese di origine una serie di documenti aggiuntivi per certificare l’assenza di beni immobili, beni mobili e reddito, sull'intero territorio nazionale. Per molte famiglie straniere è iniziata una vera e propria odissea nei paesi di origine. Nonostante i notevoli sforzi, per molti cittadini extra UE, la documentazione è stata ritenuta incompleta. Il comune di Lodi ha infatti respinto ben 254 domande su 259, con l’effetto che, ad oggi, le famiglie straniere sono obbligate a corrispondere la tariffa massima per i servizi scolastici, pur avendo diritto per il loro reddito ISEE a tariffe inferiori. In quasi tutti i casi, i cittadini stranieri non riescono a pagare i servizi a queste condizioni. Così succede che i bambini italiani possono accedere alla mensa, mentre quelli stranieri sono costretti a portarsi il pasto da casa e a consumarlo in un’aula separata. Una sorta di apartheid scolastica che va assolutamente contro i principi educativi che la stessa scuola dovrebbe promuovere.
Per cercare di gestire questa situazione complicata, è nato il Coordinamento uguali doveri” formato da cittadini lodigiani e di origine non UE, associazioni, sindacati, attivisti politici e alcuni gruppi di opposizione di cui anche il partito democratico fa parte. Tra le varie iniziative di sensibilizzazione in città, è stata lanciata anche una raccolta fondi che permetterà ad alcune di queste famiglie di pagare la differenza tra la fascia massima e quanto invece dovrebbero pagare per diritto.
Il 29 settembre, inoltre, un corteo composto da cittadini lodigiani e di origine straniera, organizzato dal Coordinamento, ha attraversato le strade di Lodi protestando contro questo regolamento discriminatorio. La manifestazione pacifica è terminata in piazza Castello dove il Partito Democratico ha sottolineato che questa situazione in città è davvero immorale e ingiusta. “Dobbiamo ricordarci la nostra storia, poco più di sessant’anni fa, alla fine della seconda guerra mondiale, erano gli italiani emigrati, alla ricerca di un futuro dignitoso, ad essere discriminati ed esclusi socialmente”. Tra i tanti interventi, è stato proprio l’avvocato Guariso, dell’ASGI, che ha presentato un ricorso contro il regolamento della giunta Casanova, invece, a chiarire da un punto di vista giuridico perché il Sindaco non sta rispettando la legge italiana: “ Il DPCM n.159/2013 è infatti la norma di riferimento per questi casi e prevede che le componenti reddituali siano auto-dichiarate sul modello Isee, senza alcuna distinzione tra cittadini italiani e stranieri, sarà poi lo stato a eseguire eventuali verifiche. Questa legge è principio fondamentale della Repubblica Italiana e il comune di Lodi non può inventarsi documenti aggiuntivi”. Su questa infelice vicenda lodigiana, il parlamentare Lorenzo Guerini ha presentato una interrogazione a risposta scritta al Ministero dell'Istruzione e della Ricerca.
Nel frattempo a Lodi anche le liste civiche di centro destra, che rappresentano il vice sindaco Maggi e gli assessori Molinari e Tarchini, in una nota inviata al Cittadino, hanno espresso una posizione tutt’altro che favorevole rispetto al Regolamento che fino a poco tempo fa invece appoggiavano con forza. La Lega in città appare sempre più isolata su questo fronte.
Sarà proprio il Consiglio Comunale previsto per il prossimo 4 ottobre, dove si discuterà una proposta di delibera presentata dai gruppi di opposizione per sospendere l’applicazione del Regolamento, la prova dei fatti. Ci aspettiamo dunque dalle liste Maggi, dopo la dichiarazione Ad impossibilia nemo tenetur -nessuno è tenuto a fare l’impossibile- riferito all'impossibilità da parte dei cittadini stranieri a reperire la documentazione, che sia espressa una posizione di forte coerenza con quanto dichiarato “degno” e "non discriminatorio" per i cittadini di origine straniera di questa città".
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