Tutte le prescrizioni indicate dall’Istituto Superiore di Sanità rispetto al progetto del nuovo ciclo combinato della centrale elettrica di Tavazzano/Montanaso sono state recepite nel Decreto con cui il Ministero della Transizione Ecologica ha formulato giudizio di compatibilità ambientale sull’intervento.
Si tratta di un risultato importante, che garantisce il mantenimento dell’impatto ambientale esercitato dalla centrale entro limiti che non potranno superare quelli determinati dall’attuale funzionamento effettivo dell’impianto, in particolare per quanto riguarda i quantitativi di emissioni in atmosfera di NOx (ossidi di azoto).
“Il Decreto - commenta la segretaria provinciale del Partito Democratico, Roberta Vallacchi - è andato nella direzione che avevamo auspicato, dopo aver promosso sul tema un intenso lavoro di analisi e di proposta, con il coinvolgimento della segreteria provinciale e dei Circoli territoriali di Lodi Vecchio, Tavazzano con Villavesco e Lodi, anche a supporto dell’impegno messo in campo a livello istituzionale dall’amministrazione comunale di Lodi Vecchio, nonché con l’importante contributo del parlamentare lodigiano e Ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, il cui costante interessamento ha consentito di seguire con puntualità gli sviluppi del procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale, sino a quest’ultimo esito”.
Il provvedimento stabilisce l’obbligo di ottemperare ad una serie di condizioni ambientali indicate nei pareri delle varie autorità competenti, tra i quali assumono una rilevanza centrale quelle prescritte dall’Istituto Superiore di Sanità con una prima nota del dicembre 2020 ed una successiva e sostanziale integrazione del febbraio 2021.
In particolare, riguardo al delicato tema dell’inquinamento atmosferico, il documento ISS chiarisce che a seguito dei lavori previsti il funzionamento complessivo della centrale dovrà essere gestito in modo che le emissioni totali di NOx non superino il quantitativo annuo di 635 tonnellate, corrispondente ai livelli massimi di emissione raggiunti nello scenario attuale in base al numero effettivo di ore di attività, rispetto a potenzialità più che doppie (circa 1.498 tonnellate nella configurazione odierna e 1.432 in quella post adeguamento) e ad una previsione futura di emissioni effettive pari a circa 918 tonnellate/anno.
“Sono indicazioni fondamentali - sottolinea Roberta Vallacchi - che inseriscono il progetto di riconfigurazione della centrale di Tavazzano/Montanaso in una cornice di regole e requisiti che danno opportuni punti di riferimento, anche per quanto riguarda le attività di monitoraggio post-operam. Un intervento di questa portata ed impatto doveva necessariamente confrontarsi con questa esigenza, anche attraverso il rapporto con la realtà locale, che come Pd siamo convinti di aver concretamente favorito e sostenuto, ovviando alle titubanze e alle sottovalutazioni di altre istituzioni del territorio, che hanno concentrato la loro attenzione solo sull’aspetto delle compensazioni monetarie”.
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