All’ospedale di Lodi per una colonscopia bisogna aspettare fino al 29 aprile 2024, in quello di Codogno fino al 6 maggio 2024, nonostante sia richiesta dal medico come ‘attesa breve’, cioè al massimo 10 giorni. Per un test cardiovascolare da sforzo, con prescrizione con priorità urgente, oggi, 11 maggio, nel Lodigiano non è presente alcuna disponibilità.
“Questa è la situazione nei nostri ospedali e non va meglio per altri tipi di prestazioni specialistiche”, fa sapere Roberta Vallacchi, consigliera regionale del Pd, che ha fatto di persona l’indagine.
L’esponente dem ha così scoperto che per altre prestazioni sempre con richiesta breve, alla data del 9 maggio 2023, il primo appuntamento disponibile per una visita endocrinologica è all’ospedale di Lodi il 2 ottobre 2023; per una visita oculistica a Lodi si va l’11 luglio, a Codogno il 9 agosto; la dermatologia negli ospedali provinciali si colloca in agosto: il 4 a Casalpusterlengo, l’8 a Sant’Angelo, il 10 a Codogno; l’ecocardiografia con color doppler il 29 agosto a Lodi e il 13 novembre a Codogno; l’ecografia con addome completo non dà alcuna disponibilità in nessuno dei nosocomi.
“Però, proprio questo pomeriggio, nella prima seduta della Commissione Sanità dopo mesi e mesi, l’assessore al Welfare Bertolaso è venuto a dirci che le prestazioni sono aumentate. Evidentemente qualcosa non torna se poi, alla prova dei fatti, questo è il risultato – commenta Vallacchi –. E infatti ci sono due grandi questioni che confermano le criticità: la diversità di comportamento tra erogatori pubblici e privati e l’agenda unica delle prenotazioni che di fatto non esiste, non solo tra pubblico e privato, ma anche tra le stesse strutture pubbliche. Il comportamento diverso è sancito per esempio sulle prime visite: dalle slide che l’assessore ci ha mostrato si è visto che l’incremento che si è riusciti a ottenere è stato più consistente nel pubblico che nel privato. Ma perché la Regione non fa lavorare gli erogatori privati su tutte le prestazioni? Su questo Bertolaso non si è espresso, esattamente come i suoi predecessori”.
Fondamentale, per Vallacchi, anche il tema dell’agenda unica: “L’assessore ha confermato che in Lombardia non esiste ancora alcuna agenda unica: non solo i privati partecipano parzialmente alla condivisione delle loro agende, mentre dovrebbe vigere la regola del pari diritti, pari doveri, ma anche tra aziende pubbliche non c’è questa condivisione, in quanto i sistemi informatici non si parlano tra loro: è una cosa inconcepibile nel 2023 in Lombardia. A dimostrazione di quanto il governo regionale sia stato inadeguato in tutti questi anni”.
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