“L’incontrollata diffusione degli insediamenti di logistica è un problema di ampia portata, che nel Lodigiano si è manifestato con dimensioni particolarmente gravi, a causa di una pianificazione territoriale che non ha saputo governare il fenomeno e di strumenti normativi regionali inefficaci e lacunosi. Neppure il dibattito suscitato da recenti fatti di cronaca (dal “caso” di Borgo San Giovanni all’increscioso episodio di Tavazzano) ha indotto la giunta regionale ad intervenire in modo concreto per disciplinare finalmente il settore. Una proposta efficace e di buon senso giunge ora dal gruppo consigliare del Partito Democratico, con una proposta che ci auguriamo raccolga consenso e possa rapidamente diventare realtà”.

Così Roberta Vallacchi, segretaria provinciale Pd, commenta la notizia del progetto di legge depositato in Consiglio regionale per mettere ordine alla incontrollata proliferazione dei grandi insediamenti di logistica nel bacino della Pianura Padana.

In soli quattro articoli, che vanno a modificare la normativa urbanistica regionale, il Pd chiede di introdurre tre principi cardine: la regia sovracomunale degli insediamenti, che non possono essere lasciati all’iniziativa e alla responsabilità del singolo Comune; la priorità al recupero delle aree dismesse e alle zone già dotate di collegamenti a infrastrutture esistenti; il rispetto della qualità del lavoro, per non dover più assistere agli intollerabili fatti di cronaca degli ultimi tempi.

Tecnicamente, il progetto di legge si intitola “Disposizioni straordinarie per gli insediamenti logistici. Introduzione dell’articolo 98 ter nella l.r. 12/2005 (legge per il governo del territorio)”, ed è firmata da tutti i consiglieri del Partito Democratico.

“La logistica in Lombardia - dichiara il primo firmatario, Matteo Piloni - ha "consumato" in questi anni 131 ettari (1.300.000 metri quadrati: dati Ispra). Con questo progetto di legge vogliamo incentivare il recupero delle aree dismesse e contribuire a invertire la tendenza. L’espansione di questo settore risponde al nuovo modello di diffusione delle merci, che si appoggia in maniera crescente sull’e-commerce e, ormai da tempo, sulla grande distribuzione organizzata. Ma la Lombardia non ha norme stringenti che ne regolino gli insediamenti, che sono grandi e impattanti sulla viabilità, sull'ambiente e sul paesaggio. Occorrono regole che mettano fine al Far West, come esistono per esempio per le medie e grandi strutture di vendita. Noi abbiamo avanzato la nostra proposta, che intende mettere ordine in un settore poco governato, dove peraltro anche le relazioni di lavoro sono spesso ben al di sotto della soglia di dignità. Le logistiche servono, ma il rispetto dei lavoratori, delle persone e del territorio devono essere tutelati, molto più di quanto non avvenga oggi. Ora attendiamo la risposta dei partiti di centrodestra, che normalmente sono liberisti quando un insediamento sorge lontano e diventano rigoristi quando è nel loro territorio. Introduciamo invece le regole che servono per gestire una realtà che ha un impatto pesante per il territorio e per la qualità del lavoro”.