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RISCRIVERE LA RIFORMA DEI PARCHI REGIONALI

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Sabato 23 Giugno 2018

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Anche se l’attuazione di uno degli aspetti più controversi della riorganizzazione del sistema delle aree regionali protette (quello relativo all’individuazione dei nuovi “ambiti territoriali”, che per il Parco Adda Sud avrebbe significato l’accorpamento con l’Adda Nord) è stata sin qui scongiurata, la legge regionale 28/2016 necessita di una profonda revisione, se non di un azzeramento.

Questa posizione ha trovato unanime condivisione al termine dell’incontro con i referenti di alcuni parchi regionali promosso dai rappresentanti del Partito Democratico (tra i quali la lodigiana Patrizia Baffi) nella commissione Agricoltura, montagna, foreste e parchi del Consiglio Regionale lombardo.

“Si è trattato di un confronto molto utile - spiega il consigliere Patrizia Baffi - che ha consentito di riprendere l’esame sullo stato di attuazione della riforma delle aree protette avviata con la legge 28/2016 e di individuare alcuni punti fermi da cui ripartire. La prima necessaria riflessione è che tale riforma non è stata frutto di un percorso partecipato e condiviso, né con i territori né con le forze politiche di minoranza. A questo proposito, il Pd è sempre stato favorevole alla creazione di un sistema integrato delle aree protette, il cui obiettivo non deve tuttavia limitarsi a una semplice razionalizzazione degli enti e una riduzione della spesa: riteniamo infatti che la riforma del settore debba invece puntare a valorizzare le aree protette e a segnare il passaggio da una funzione di esclusiva salvaguardia dei parchi e degli habitat naturali ad una di tutela e fruizione, in sinergia con lo sviluppo sostenibile dei territori”.

“Quello delle aree protette lombarde è un sistema complesso, che comprende 24 Parchi Regionali, 14 Parchi Naturali, 67 Riserve Naturali Regionali, 3 Riserve Nazionali, 33 Monumenti Naturali, 1 Parco Nazionale, oltre 200 Siti di Rete Natura e ben 105 Parchi Locali di Interesse Sovracomunale - ricorda la Baffi - La gestione di queste numerose realtà è affidata ad una pluralità di soggetti che hanno natura, funzioni e prerogative differenti (Province, Comuni, Consorzi, associazioni ambientaliste, Ente Regionale Agricoltura e Foreste): è chiaro che sia necessaria una razionalizzazione, ma la riforma del 2016 si è sin qui limitata ad una grossolana semplificazione, individuando 9 macroaree che a loro volta dovrebbero venire suddivise in ambiti territoriali ancora da definire, senza peraltro affrontare il tema dell’assegnazione di adeguate risorse finanziarie. L’alternativa che era stata prospettata dal Pd si basava invece su una migliore articolazione, che individuava 16 Ambiti Regionali di Sviluppo Sostenibile, ma non è stata presa in considerazione, anche se nel novembre scorso è poi stata la stessa maggioranza di centrodestra a chiedere in commissione il ritiro della proposta di individuazione degli ambiti territoriali che era stata presentata dalla giunta e che nel Lodigiano e nel Cremasco aveva suscitato preoccupazione, perché prevedeva l’accorpamento del Parco Adda Sud con l’Adda Nord (parco, quest’ultimo, che peraltro è attualmente commissariato)”.

I delegati Pd in commissione e i referenti dei Parchi che hanno partecipato all’incontro (tra i quali il presidente dell’Adda Sud, Silverio Gori) hanno quindi condiviso la necessità di procedere in tempi brevi ad alcuni passi da compiere: “Innanzitutto - informa Baffi – è opportuno verificare la disponibilità della maggioranza ad azzerare una riforma che ha mostrato evidenti limiti, avviando un nuovo percorso che sia effettivamente condiviso. E’ poi urgente affrontare il tema della proroga degli organi di gestione dei parchi regionali, già scaduti nei primi mesi del 2017 e rimasti in carica con tempi indefiniti, poiché legati alla definizione degli ambiti territoriali che è poi stata ritirata. I Parchi hanno bisogno di certezze e di stabilità per riprendere a sviluppare una programmazione di medio-lungo termine. Porteremo queste riflessioni all’attenzione del presidente della commissione, Ruggero Invernizzi, al quale già abbiamo inoltrato richiesta di  un’audizione dell’assessore ad agricoltura e sistemi verdi, Fabio Rolfi”.

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