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SANITA', BOCCIATA MOZIONE DEM

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Venerdì 05 Maggio 2023

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“Regione Lombardia scarica i cittadini, trincerandosi dietro la fama di eccellenza sanitaria italiana: se prima i lombardi che rinunciavano alle cure erano 1 su 20, ora siamo a 1 su 9. L’alternativa è pagare. Volevamo iniziare a correggere le storture lavorando insieme alla maggioranza anche per chiedere al Governo Meloni di invertire il trend sul definanziamento del servizio sanitario regionale, perché c’è bisogno di più risorse e più riforme per rendere il sistema socio sanitario lombardo meno discriminante. Ma il centrodestra ci ha sbattuto la porta in faccia”, lo ha detto Pierfrancesco Majorino, capogruppo regionale del Pd, a proposito della mozione dem sulle emergenze della sanità lombarda, bocciata, in Aula, dalla maggioranza.

Gli fa ora eco Roberta Vallacchi, consigliera regionale del Pd, firmataria della mozione: “La nostra intenzione è salvare e rilanciare la sanità pubblica in Lombardia, a partire dalle emergenze, cioè la carenza di medici di famiglia e le liste d’attesa. Ma abbiamo chiesto anche alla Giunta di attivarsi urgentemente con il Governo per scongiurare il definanziamento del servizio sanitario nazionale, come previsto dal Def 2023. Per questo, in consiglio regionale, abbiamo presentato la mozione d’indirizzo con alcune proposte specifiche per risolvere i temi che toccano da vicino i singoli cittadini. Ci siamo davvero stupiti che questa nuova Giunta non voglia pianificare gli obiettivi, i tempi, le risorse per risolvere dei problemi veri e pressanti come questi”.

Per i dem la bocciatura della mozione con la richiesta di rinviarla in Commissione Sanità, è stata una vera e propria “porta sbattuta in faccia alla minoranza, nonostante questa Giunta dica di voler tenere in maggiore considerazione il consiglio rispetto al passato, invece nulla è cambiato – sottolinea Vallacchi –. Noi abbiamo semplicemente chiesto di fare dei piani e Bertolaso sa perfettamente come si organizzano: servono innanzitutto delle risorse, vanno individuati dei passi da fare, delle verifiche durante il percorso. Se ne poteva discutere, potevamo continuare a dettagliarli insieme. Ad esempio: vogliamo rivedere gli ambiti carenti? Vogliamo mettere in rete i medici di base? Vogliamo dargli il supporto di un infermiere, di una segretaria? E per le liste d’attesa serve un’agenda unica dove il privato fa tutte le prestazioni, non solo quelle che decide di fare. Infine, ricordo che il Piano socio sanitario è scaduto da 9 anni, sono quasi due lustri che non abbiamo un indirizzo”.

Dunque, “una delusione la partenza di questa legislatura: noi abbiamo proposte sulle competenze della Regione. Loro preferiscono continuare a lasciar decidere la Giunta, navigare a vista, difendere gli assessori”, conclude la consigliera Pd.

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