“Grazie a una nostra sollecitazione, Regione Lombardia si dice pronta ad attivarsi per estendere le misure di sostegno alle famiglie monogenitoriali che provengono da un’unione libera”.
A sottolinearlo è Patrizia Baffi, consigliere regionale del Pd, firmataria di un’interpellanza che stamattina, in aula, è stata discussa e in cui si chiedeva che fossero rimosse dalla legge regionale che stabilisce le norme a tutela dei coniugi separati, disagiati, con figli minori, le condizioni discriminatorie. A oggi, infatti, la norma non include tra i beneficiari i nuclei monogenitoriali non derivanti dal matrimonio.
“Si tratta di una discriminazione anacronistica, che danneggia figli minorenni e maggiorenni di genitori non sposati, non autonomi economicamente, che dovrebbero invece, come gli altri, beneficiare del provvedimento – spiega Baffi –. Dal 2016 c’è una legge nazionale che riconosce pienamente le unioni civili che, oltretutto, in Lombardia sono il 25% di tutte quelle italiane. Apprezziamo la disponibilità, espressa in aula dall’assessore alle Politiche per la famiglia Piani, ad accogliere modifiche che allarghino la platea anche alle famiglie monogenitoriali provenienti da unioni civili e siamo pronti a presentare correzioni alla legge perché le attuali discriminazioni siano cancellate per sempre”.
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