La destra lodigiana ci riprova e chiede, con una mozione presentata in consiglio comunale da Maria Grazia Bazzardi e da Elisa Gualteri di Fratelli D'Italia - Alleanza Lodigiana, di dedicare una via di Lodi a Sergio Ramelli.

Ecco la mozione: " il nostro Gruppo Consiliare ha presentato una mozione, che auspichiamo venga a breve discussa in Consiglio Comunale, affinchè si possa finalmente intitolare una Via/Strada/ Piazza/Giardino della Città di Lodi, alla memoria di SERGIO RAMELLI.

La triste storia di questo ragazzo è nota a tutti.

Sergio Ramelli moriva il 29 Aprile del 1975, dopo 47 giorni di agonia, a seguito di un'aggressione a colpi di spranghe e bastoni da parte di un commando di Avanguardia Operaia, gruppo di estrema sinistra, all'epoca noto per azioni di tale portata.

Sergio era un ragazzo di 18 anni diviso tra lo studio, la fidanzata, la passione per il calcio e l’impegno politico nell'organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano, il Fronte della Gioventù.

Frequentava l’Istituto tecnico Molinari di Milano quando fu bollato con il marchio di “fascista”, solo per aver scritto un tema in cui condannava gli omicidi e l'operato delle Brigate Rosse e, per tale motivo, venne "condannato a morte" dall'estrema sinistra che lo ha barbaramente massacrato e ucciso per motivi puramente ideologici.

Il ragazzo è tumulato nel Cimitero Maggiore di Lodi dove riposa accanto al papà e alla mamma, poiché la famiglia era originaria della nostra Città.

Nel 1991 l’allora Sindaco Antonio Montani (Democrazia Cristiana) dichiarò pubblicamente di essere a favore dell’intitolazione di una Via alla memoria del giovane martire ma, purtroppo, l'iter si arrestò.

Nel 1999 nel corso di un incontro pubblico alla presenza della mamma di Sergio, anche l'allora Sindaco di Lodi Aurelio Ferrari (La Margherita), promise l’impegno, suo e della Giunta, per “sbloccare” l’iter di intitolazione di una Via alla memoria di Sergio, ma poi, ancora un nulla di fatto.

Anche un Ordine del Giorno presentato nel 2009 dal Consigliere Comunale Andrea Dardi è rimasto nei cassetti comunali".