“Il sistema sanitario lombardo, come sosteniamo da tempo, non sta per niente bene e, a quanto pare, neanche l’ultima manovra finanziaria lo farà stare molto meglio. Tra i numerosi aspetti critici, è tornato alla ribalta nelle scorse settimane, soprattutto dopo l’appello del ministro Schillaci, quello dei medici a gettone, una soluzione emergenziale che non è sostenibile a lungo termine, dati i costi e le problematiche che implica”.
La consigliera regionale del Pd Roberta Vallacchi torna a gamba tesa sulla questione dei cosiddetti gettonisti, quei professionisti sanitari 'a chiamata' che vengono pagati a singola prestazione, a causa della emergenziale carenza di personale sanitario.
“In tutta la Lombardia il costo di queste figure supera i 27 milioni di euro – fa sapere Vallacchi citando i dati ottenuti dal gruppo Pd dopo un accesso agli atti -. E la nostra regione, con oltre 45mila turni gestiti dalle cooperative, detiene il primato rispetto alle vicine Veneto, con 42mila, e Piemonte, con poco più di 14mila”.
“Non è raro trovare nei pronto soccorso neolaureati non specializzati – sottolinea la consigliera dem –. Se poi consideriamo che 84 turni di 12 ore di un gettonista equivalgono al salario annuo lordo di un medico ospedaliero assunto da più di 15 anni, ci rendiamo più facilmente conto del paradosso”.
“È inutile continuare a parlare di valorizzazione del personale sanitario lombardo, se poi si continua a spremerlo senza valorizzarlo mai – incalza la consigliera – è ora che Regione Lombardia riveda le modalità di reclutamento dei medici, affrontando anche il problema dei costi e impostando un tariffario unico regionale e regole uguali per tutti. È necessario rivalutare la figura dei medici in servizio, ma anche quella degli specializzandi che devono essere maggiormente incentivati, anche attraverso borse di studio che li aiutino a intraprendere il lungo percorso verso la professione”.
“E sono anche inutili gli appelli del ministro alla Salute sui controlli delle liste d’attesa e sulla valorizzazione del personale – sottolinea Vallacchi – se poi nella manovra finanziaria non troviamo traccia di alcun aumento di risorse per il sistema sanitario pubblico”.
“Una manovra davvero deludente, se si considera che alla sanità arriva solo un quarto delle risorse chieste dal ministro Schillaci – conclude la consigliera dem - perché, dei tre miliardi annunciati dalla Meloni, meno di uno finirà nelle casse delle Regioni e sarà principalmente indirizzato al settore sanitario privato per il recupero delle liste d'attesa, grazie al superamento del tetto alle prestazioni acquistabili dai privati accreditati. Invece di aumentare le risorse, si aumenteranno quindi le disuguaglianze”.
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